Un'affermazione scritta sulla copertina di un dépliant, distribuito con un'agenzia per ricordare i cento anni del "Genova", nato all'inizio del 1897 come locanda, con stallaggio, per ospitare i vetturini delle corriere a cavallo. A testimoniare l'origine secolare è una pietra murata nelle fondamenta dell'edificio, scoperta qualche anno fa, durante i lavori di ristrutturazione del 1988. Con la proprietà della famiglia Ceppani la locanda è diventata hotel a due stelle, ma la sede è sempre lì, "fuori Porta San Pietro", vicino al grande mulino, corso Alessandria 26. Nel periodo fascista, al Genova si riunivano segretamente i contrari al regime e con l'entrata in vigore delle leggi razziali, le cantine hanno dato asilo a molti ebrei che cercavano di sfuggire alle deportazioni. Ceppani ha rilevato la gestione della famiglia Ronco e i muri li ha comprati dai Visconti, allora produttori di vino.
A mandare avanti l'attività, oltre al titolare, ci sono la moglie Olga, cuoca, la figlia Sura, il genero Paolo, oltre a due dipendenti. La famiglia Ceppani ha ricevuto l'onorificenza di Cavaliere della Repubblica: Enzo nel 1991, la moglie Olga Castino nel 2005. Sono inoltre stati insigniti dell'Aquila d'Oro dalla Confcommercio per il Turismo e i Servizi. A tavola si servono cucina piemontese e vini astigiani. L'albergo ha tredici camere in corso Alessandria, più otto in una dépandance in via Ponte Verde, sempre nel rione San Pietro.